Il camino rampante



Da Luigi XV a Louis: quando l’evoluzione ha un antenato

di Ursula Iannone

L’artista è spesso convinto, prima ancora che desideroso, di realizzare opere originali, e in questa convinzione sventola orgogliosamente al giudizio del mondo i suoi stupefacenti frutti madidi di sudore e fatica, perché entrino di diritto nella memoria collettiva, nella teoria della storia dell’arte e magari anche nel collezionismo museale o privato d’annata, solo perché sanno di nuovo, come se fossero effettivamente nuovi. Cinicamente ci si domanda, ormai da secoli, ma più ancora nell’ultimo cinquantennio, cosa o quanto incida l’originalità e la novità in un’opera d’arte. Importa davvero aver fatto qualcosa per primi? Il dogma dell’originalità a tutti i costi rende un artista tale? E cosa, nella pratica dell’aggiornamento, della citazione, del rimaneggiamento, dell’approccio ideologico o critico disvela invece un’autentica e severissima integrità artistica?

.furiaLAB risponde alla sua maniera poetica con un progetto di design, e lancia Louis, il cui nome non vuole essere il trionfo egocentristico del padrone di casa, ma un rimando chiaro al re di Francia le Bien-Aimé Louis XV. Precisamente allo stile a cui ha dato avvio suo malgrado, lo stile Luigi XV.

Louis è la rappresentazione estetica e sintetica del focolaio domestico. E’ una traccia, un segno della memoria, un progetto di forme associate al valore dell’intimità e di ciò che rimane di un saldo passato. La memoria è un thesaurus che conserva il ricordo del tempo passato, un gomitolo di lana grezza che nella sua interezza non potrebbe esistere senza il filo racchiuso in precedenza. Prende corpo dal thesaurus del tempo passato il progetto Louis, un rivestimento per camini e termocamini in metallo (acciaio al carbonio, corten, rame). L’idea, data la premessa, non è certamente quella di riproporre un rivestimento di camino in stile, ma di lavorare su una chiave di lettura che è a noi contemporanea: l’essenziale e il concetto. 


Le sagome curvilinee si raccordano alla bocca lineare e regolare del camino, secondo un’angolazione di trenta gradi in maniera netta, come se fossero elementi lasciati in quella precisa posizione da sempre, liberi del passato, corpi vivi e alteri, testimoni gloriosi, ma necessariamente sovversivi, della classicità. 

La forma estrusa rimette carattere allo spazio, diventando una sorta di scenografia, una scultura tridimensionale e volumetrica che si espande e si relaziona con i luoghi.

L’opera si veste di eleganza, si cuce di leghe metalliche, si colora di pitture a tinte talvolta tonali e neutri, talvolta vivaci e dirompenti, si adatta agli scenari mutevoli delle dimore, diventando ora pop e illuminante, ora ribelle e spregiudicata, ora ardente e confortevole, ora raffinata e contenuta, ora formale e austera.


Louis è la scarnificazione delle antiche forme settecentesche dei camini in marmo, di cui rimangono significative le tracce che li hanno resi immortali: la sinuosità delle volute e dei montanti, la trabeazione interrotta, l’accenno ai piedi leonini. Nella moltiplicazione infinita delle potenzialità del ready made, per Louis abbiamo preferito l’idea di Mendini, che nella progettazione della sua poltrona Proust del 1976, volle fare un oggetto culturalmente valido partendo da un falso. Come nel caso della poltrona, infatti, anche il camino di forma neoclassica viene riprodotto ancora oggi in svariate serie “finto antiche”, con risultati stilistici di valore quantomeno dubbio. 

Louis è il disegno contemporaneo e progredito del rivestimento tradizionale di cui rimane viva e considerevole la sua robusta animalità, un progetto di “cosciente pratica di assimilazione critica dei codici visivi, per svelarne il foucaultiano «discorso d’autorità»”.

PROGETTO di Ursula Iannone
ELABORAZIONE GRAFICA di .furiaLAB








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