Premio Strega 2016, i dodici finalisti


di Luigi Furno

Non so se un concorso letterario possa possedere un carattere e, al limite, possedere quello che si dice un brutto carattere. Indubbiamente il Premio Strega col tempo, e quest’anno festeggia il suo 70° compleanno, si è costruito il suo caratterino particolare a suon di polemiche che hanno puntellano la sua storia sin dall’inizio.

Il mondo dell’editoria, che da anni cerca una soluzione per la grave crisi di settore di cui soffre, quest’anno è stato scosso dalla faccenda “Mondazzoli”, acquisto da parte di Mondadori della Rizzoli, accusata di avere un posizione dominante su l’intero mercato. Non c’è da stupirsi, quindi, che un’operazione finanziaria di queste dimensioni abbia ripercussioni sul premio letterario più importante del paese.

Da anni al Premio Strega vige la cosiddetta regola non scritta che detta l'alternanza nella conquista del riconoscimento: un anno beneficiava del premio la Rizzoli e quello successivo se lo aggiudicava una delle sigle della galassia Mondadori. Il riassetto dettato dalla questione Mondazzoli, ovviamente, scompiglia le carte in tavola. Da molto tempo non hanno un ruolo di protagonisti sul palco del Ninfeo di Valle Giulia, né la Feltrinelli né la Gems di Stefano Mauri e Luigi Spagnol né la Giunti né qualcuno dei medi e piccoli editori che si presentano alla competizione.

A causa di questa situazione che si è venuta a creare, la Feltrinelli ha scelto di non partecipare al premio, con tanto di polemica e richiesta di cambiare il regolamento. Gianluca Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli, ha annuncia in un'intervista che alla settantesima edizione del Premio Strega la sua casa editrice non ci sarebbe stata, in sostanza perché non lo ritiene più un contesto valido, soprattutto alla luce della nascita della “Mondazzoli”. Queste parole provocarono la risposta di Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori. A margine della presentazione dei conti 2015 a Milano, replicava così a una domanda dei giornalisti sul tema. "Ognuno è libero: se non vuole partecipare che non lo faccia, ma che l'abbia detto facendo riferimento alla cosiddetta “Mondazzoli” si poteva evitare. Poteva non partecipare, punto e basta".

Anche un’altra storica casa editrice, l’Einaudi, ha scelto di non presentare nessun libro alla manifestazione, annunciando che «pur avendo più di un libro di alto valore letterario» non avrebbe partecipato al settantesimo compleanno del Premio. «Ma è una situazione completamente diversa rispetto a Feltrinelli — chiarisce Ernesto Franco, direttore generale editoriale dello Struzzo —. Non ci sono polemiche, nessuna presa di posizione, né strategia. È già capitato altri anni. Oltretutto veniamo da due edizioni vinte con due magnifici libri, La ferocia di Nicola Lagioia e Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo. Quest’anno abbiamo deciso di non partecipare e di prepararci per bene in vista del l’anno prossimo. Ci piace partecipare e ci piace vincere».

L'era Mondazzoli non è ancora iniziata, nel senso che è ancora prematuro fare ipotesi su cosa succederà, ma, intanto, nel mondo dei libri già si respira una nuova aria. Il primo segnale è la nascita della Nave di Tiseo, nata da una costola della Bompiani, che partecipa al premio Strega 2016 con un libro “La femmina nuda” di Elena Stancanelli. Elisabetta Sgarbi, anima del marchio di Rcs Libri acquisito da Mondadori, ha infatti scelto di lasciare la casa editrice Bompiani per lanciarne una nuova. Battezzata, appunto, La nave di Teseo. E tra i soci della nuova società editoriale, che ha inizierà le pubblicazioni nel maggio 2016, c’era anche Umberto Eco– tra i primi a lanciare un appello contro l’acquisizione dei libri Rizzoli da parte di Cologno Monzese.

Cosa accadrà quest'anno allo Strega? In anticipo sui tempi, negli ambienti del premio romano, già circolano sussurri, grida e ipotesi di strategie. Si parlava di una ripartecipazione di Niccolò Ammaniti con il suo “Anna” (Mondadori). Si sussurrava già di una sua possibile vittoria. La sua candidatura, però, senza una chiara motivazione si è dissolta.



Una parziale risposta fattiva alle tante polemiche è stata la presentazione, ieri sera, dei dodici finalisti a Benevento, che dal 2008 la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, su stimolo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, ha scelto come prima tappa del viaggio dello Strega in virtù dei settanta anni di amicizia che legano il Premio al capoluogo sannita. Qui nel 1860 ha avuto inizio l’avventura della famiglia Alberti, che da più di un secolo e mezzo continua a produrre il liquore che al Premio Strega ha dato il nome. E fu dall’amicizia dei coniugi Bellocci e Guido Alberti, industriale con la passione per la cultura ed il cinema, che nel 1947 nacque il Premio assegnato dagli Amici della Domenica.

La serata è stata presentata da Dario Vergassola e da un divertito, nel ruolo di “valletto”, Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, a cui, nell’impossibilità di tener testa al comico-cinismo di Vergassola, va il compito di fare domande “serie” ai dodici autori presenti. La veste grafica della manifestazione è stata realizzata dall’artista Sara Cancellieri.

Il primo a salire sul palco è stato Eraldo Affinati tornato al premio Strega, dopo ben 19 anni, con “L’uomo del futuro” (Mondadori) in cui ha ripercorso la vita di Don Lorenzo Milani.

Edorado Albinati con “La scuola cattolica” (Rizzoli) in cui viene evocato un periodo storico particolare, a partire dagli anni ’70, focalizzando l’attenzione sul tema della violenza e in particolare la violenza di genere con il triste caso del Circeo.

“Dove troverete un altro padre come il mio” (Ponte alle Grazie) di Rossana Campo, narra la storia di un padre e di una figlia che imparerà a rivalutarne la figura solo dopo la sua morte.

Luciano Funetta, l’autore più giovane di questa edizione, col suo “Dalle rovine” (Tunué) narra la storia un collezionista di serpenti che entra in contato con l’insolita e seducente scena della pornografia d’arte. Questa esplorazione si trasforma ben presto nella discesa in un abisso popolato da figure oscure. Una storia di uomini che, come scriverebbe Vollmann, “rappresentano un incubo per se stessi”, e che scelgono di sublimare le loro vite in un’ultima, sanguinaria opera d’arte.

La siciliana Simona Lo Iacono ha presentato “Le streghe di Lenzavacche” (e/o) narrazione che si sviluppa ai tempi del fascismo ed è strettamente legata alla storia delle streghe che nel’600 popolavano Lenzavacche.

Romanzo storico è “La reliquia di Costantinopoli” (Neri Pozza) di Paolo Malaguti che riporta alla Costantinopoli del 1400 con le avventure per la ricerca delle sante reliquie.

“Il cinghiale che uccise Liberty Valance” (minimum fax) di Giordano Meacci narra dell’immaginario paese di Corsignano – tra Toscana e Umbria – in cui la vita procede come sempre. C’è gente che lavora, donne che tradiscono i propri uomini e uomini che perdono una fortuna a carte. E c’è una comunità di cinghiali che scorrazza nei boschi circostanti. Se non fosse che uno di questi cinghiali acquista misteriosamente facoltà che trascendono la sua natura. Non solo diventa capace di elaborare pensieri degni di un essere umano, ma esattamente come noi, diventa consapevole anche della morte. Troppo umano per essere del tutto compreso dai suoi simili e troppo bestia per non essere temuto dagli umani: «il Cinghiale che uccise Liberty Valance» si ritrova all’improvviso in una terra di nessuno che da una parte lo getta nella solitudine ma dall’altra gli dà la capacità di accedere ai segreti di Corsignano, leggendo nel cuore dei suoi abitanti. Giordano Meacci scrive un romanzo bellissimo, commovente, appassionante, che racconta l’eterno mistero dei nostri sentimenti e lo fa grazie all’antico espediente di trattare le bestie come uomini e gli uomini come una tra le molte specie viventi sulla Terra.

Antonio Moresco ha presentato “L’addio” (Giunti) che parla del male, in particolare quello compiuto ai danni di bambini. Un romanzo di combattimento attraversato da una cocente storia d’amore e da interrogativi vertiginosi, che è anche una meditazione estrema sulla presenza del male e del dolore nel mondo e sulla possibilità di salvezza.

“Conforme alla gloria” (Voland) di Demetrio Paolin ci riporta ai tempi tetri della Shoa con l’intento di “raccontare il male di sopravvivere”. Amburgo, 1985. Rudolf Wollmer fa il sindacalista, ha una moglie, un figlio adolescente e l’incubo di un padre scomodo, una ex SS che morendo gli ha lasciato in eredità la casa di famiglia. Deciso a sbarazzarsene subito, ritrova, tra gli oggetti del vecchio, un quadro intitolato La gloria. L’immagine è minacciosa ma nasconde un segreto ancora più terrificante. Nel tempo, la vicenda di Rudolf e del quadro si intreccia con quella di Enea Fergnani ‒ ex prigioniero a Mauthausen sfuggito allo sterminio del lager grazie alla sua abilità artistica e proprietario di un negozio di tatuaggi a Torino ‒ e della giovane modella Ana…

Raffaella Romagnolo è l’autrice di “La figlia sbagliata” (Frassinelli), storia dal bell’intreccio che narra di rapporti familiari e complicati, di maternità affermata con forza, ma che al contempo tarpa le ali dei propri desideri e “di cosa può succedere se si mette a tacere il proprio talento”.

“La femmina nuda” (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli è storia dura, cruda, di una donna che attraversa tutte le fasi del dolore e dell’abbandono dopo essere stata lasciata dal compagno.

Non è stato presente Vittorio Sermonti autore di “Se avessero” (Garzanti), “la mia età non me lo ha concesso” – ha confessato in un video messaggio nel quale ha anche ricordato le sue tre volte al premio Strega, nel 1954, nel 1980 e nella settantesima edizione.

In sua vece, sul palco, Poalo Zaninoni, direttore editoriale della Garaznti.

La cinquina dei finalisti si conoscerà mercoledì 14 giugno dopo lo spoglio dei voti dei 400 amici della domenica, ai quali si aggiungeranno i 40 voti dei lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti associate all’ALI e i 20 voti collettivi espressi dalle scuole.

Venerdì 8 luglio, all’auditorium Parco della Musica a Roma, la seconda votazione e la proclamazione del vincitore.

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