Finale di partita. Il miracolo calcistico della Sanvito nella Benevento del 1960

Dalla polvere alla stelle e ritorno. Entusiasmo prima e promesse non mantenute dopo. Storia di una squadra fuori dall’ordinario


di Luigi Furno

«Mi ricordo i tempi in cui abbiamo cominciato a rotolare insieme, la palla e io. È stato a Río Cuarto de Cόrdoba, dove ho scoperto la mia vocazione di attaccante» Osvaldo Soriano


Era il 1960. Da poco il campionato di calcio di serie D, girone F, era terminato con un risultato straordinario per la città di Benevento. La squadra dell’A.C. Sanvito aveva vinto il campionato ottenendo la promozione in serie C. 

La società era stata costituita nel 1953 iniziando, ovviamente, a giocare nel campionato di Prima divisione campana. L’anno stesso di costituzione, la squadra venne promossa in Promozione seguita, nel 55’, dalla promozione in IV Serie e, nel 59’, nella Serie D.
L’entusiasmo per gli sportivi in città era alle stella ma già s’intravedevano i primi nuvoloni neri per la presunta tenuta economica della squadra. Si sa, infatti è ancora così, che affrontare un campionato di serie C, significa affrontare oneri piuttosto elevati, anche per la natura interregionale del campionato che comporta trasferte piuttosto onerose per le tasche delle società.
Ad aggravare la situazione della Sanvito c’era però, anche, il problema dell’impianto sportivo di Santa Maria degli Angeli, che non era conforme ai livelli federali per la partecipazione alla serie C. Ormai, a campionato finito, non si poteva far altro che attendere il colore della “fumata” dell’amministrazione comunale in merito ai problemi del campo da gioco.


Era il 5 luglio del 1960. La “riunione al vertice” che si doveva tenere quella sera, con molta probabilità nel Palazzo della Prefettura di S.E. il Prefetto dott. Bruschelli, doveva decidere il futuro calcistico della squadra del Sanvito. Dopo i successi ottenuti in serie D, molti avevano fatto appello alle autorità. Nella settimana precedente per le vie cittadine si erano visti, attaccati ai muri, manifesti inneggianti alla vittoria della squadra, nei quali si chiedeva alle autorità locali di riunire gli sforzi per far disputare, al Sanvito, il campionato di serie C.

S.E. Bruschelli, secondo una dichiarazione resa all’avv. Meomartini, era ben disposto ad interessarsi di quel problema, a patto che ne venisse investito dalle autorità interessate.
Durante la riunione si doveva vagliare, in via definitiva, la questione relativa alla sistemazione del campo sportivo di Santa Maria Degli Angeli, per cui la Giunta comunale aveva già stanziato sei milioni di lire, in aggiunta agli altri sei che sarebbero stati corrisposti dallo Stato sul capitolo “Danni di guerra”, nonché al milione e mezzo che era già previsto per la copertura delle tribune. 
Nella stessa riunione, doveva essere stabilito, inoltre, in quali misure gli enti avrebbero contribuire al potenziamento economico del massimo sodalizio calcistico cittadino.


Era il 6 luglio del 1960. Dopo circa un mese di ansiosa attesa si poteva tirare un sospiro di sollievo; il Sanvito avrebbe preso parte al campionato di serie C. Alla riunione tenutasi la sera prima erano presenti varie autorità: l’on. Vetrone, il presidente dell’amministrazione provinciale Saponaro, il sindaco Rotili, il Prefetto Bruschelli e, naturalmente, i dirigenti della Sanvito, con i testa il presidente Batalucci.

Per quanto riguardava la sistemazione del campo, il sindaco aveva annunciato che i lavori sarebbero iniziati entro pochi giorni e che sarebbero stati affidati all’impresa dell’ing. Bozzi e che il costo si aggirava sui 16 milioni.
Il problema più spinoso era quello relativo ai fondi da trovare per far sì che il Sanvito potesse affrontare la sfida della serie C con la massima aderenza alla lusinghiera tradizione che si era creata. Erano state lanciate proposte, idee e piani, tutti rivolti a ricavare il massimo contributo finanziario. Il Prefetto, da buon conoscitore della famosa massima napoletana che parla della inutilità delle chiacchiere, aveva invitato tutti i presenti a dare una immediata e concreta dimostrazione del loro interesse. Seduta stante, l’improvvisa sottoscrizione aveva fruttato ben tre milioni.


Siamo al 27 Marzo 1963. Nel 1962 l’A.C. Sanvito retrocede in serie D. Il presidente del Sanvito, Betalucci, scrive una lettera amara indirizza al Commissario del C.O.N.I., al Prefetto, al Sindaco, al Presidente dell’amministrazione provinciale. Nella lettera si accusano le autorità di aver assicurato, nella estate scorsa, di riversare integralmente i contributi come erano stati versati per l’anno prima. In tal senso si è mosso Betalucci anticipando del denaro per cercare di riconquistare la serie C. Le autorità hanno, invece, soprasseduto alla cosa, versando solo un terzo dei contributi promessi. Il presidente scrive di sentirsi assai preoccupato per la situazione economica venutasi a creare per la sua squadra. 


Nel 1965 il Sanvito calcio viene retrocessa in Prima Categoria.

Il resto è solo oblio calcistico.



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