Come lasciare il proprio segno nella Storia? .furiaLAB vi dice come


di Luigi Furno


Sai quando ti tagli le unghie e per due giorni non riesci a tirare su le monete dal piattino della cassa dei bar?
Quella sensazione è un segno tangibile e esplicabile. Ma segno di cosa?
A questa domanda non riusciamo a dare una risposta decisiva. È una oscenità questo partito preso esibizionistico del segno, appare ma non dice, contrariamente al partito inverso del segreto, che dice senza apparire.
A per Alfabeti e Architettura. M per Mappe e Matematica. R per Resistenza, W per Water. Sono tutti segni che rimandano ad altriSegni.

“Il segno non è un quadro, è una macchina per comunicare”, diceva Cassandre, forse il più di grande di quanti, dal primo Novecento a oggi, hanno contribuito a disegnare il volto moderno delle città, selve di colori e di messaggi. Ma lui non parlava di segni ma di manifesti pubblicitari. Questa piccola bugia è essa stessa un segno. 
Saussure chiamava le due facce del segno signifié ‘significato’ e signifiant 'significante’ (due termini che sono rimasti poi standard nella tradizione linguistica e semiotica), precisando che il segno linguistico è una «entité psychique à deux faces» che «unit non une chose et un nom, mais un concept et une image acoustique» (Cours, pp. 98-99).
La natura completamente “astratta” del segno linguistico è, in effetti, una delle grandi conquiste del pensiero di Saussure.
Eppure, tutti, ci invitano a lasciare un “segno” indelebile e non astratto del nostro passaggio nella Storia. Un segno che sia desiderante a tal punto da essere emblematico per gli altri
.furiaLAB vi invita ad imitarlo, a trovare il vostro segno e abbandonarlo e donarlo alla Storia come ha fatto lui, così:

Nessun commento:

Posta un commento