L'esterofilia per gli stonzi. Un commento


di Luigi Furno


Da ieri mi sono donato totalmente a una mia personale conversione, nonostante resti, come uomo di non-chiesa, un "gentile" inteso nell'etimo latino gentēs con il significato di pagano, non-cristiano. 

Ho scelto di autorecludermi in una quarantena coreutica meditativa e medicativa, che limiti a zero la probabilità di diffusione dell'infezione. Anche se essere untore mi ha sempre solleticato.

Ho voglia di fare un fioretto da scristianuto in tempo di quaresima che mi faccia saltare come un cardellino in primavera. 

Getto le armi ed esco con le mani bene in vista. Alte. Mi arrendo e mi umilio. Abbandono il campo di battaglia. Sul pianerottolo di casa sono l'unico fesso che ci ha rimesso le penne e ora, come un lupo scemo, ci voglio perdere il pelo e pure il vizio.

Ho scelto di lasciare incompiuta, per sovrastante dotazione tecnica e tattica dei miei avversari, la mia guerra antropologica da pianerottolo. Non farò più eco, lo giuro, a queste voglie eugenetiche; non ascolterò neanche più, addirittura, Renato Zero a Sanremo ("Bisogna lanciare uno sguardo al condominio perché se la guerra sta lì allora la guerra è dappertutto"). 

Per il momento, come primo step, sto ricoprendo le fosse delle trincee dove mi sono nascosto per occultarmi e combattere la mia logorante battaglia contro la cloaca umanoide che mi vive a fianco. Ma non è ancora finita. Non sono ancora totalmente affrancato e salvo. Sento forte dentro di me che la conversione è fasulla e che non mi trapana completamente la carne e mi sublimi nell'anima. Sento che qualcosa di incompiuto mi attira, mi arretina, come un'attrazione fatale, o sessuale addirittura, verso quel campo di morte. Ancora mi confondo, come se fossi in rianimazione, in uno stato di pareidolia che mi illusiona e mi fa bramare carne fresca da sbranare dove c'è, secondo molti, solo area e neanche fritta.

Ho scelto di trasformarmi in "felice"; di non temere più il "felice in me" e di abbandonarmi all'abbraccio rassicurante del "felice in sé".

Ho bisogno di smarcarmi dal "provincialismo" e dalle discussioni che fanno molto "paesano". Sento l'esigenza di un bagno "cosmopolita", di essere un cittadino di larghe vedute. 
Per questo, abbandono l'arma bianca che mi ha permesso per anni di offendere solo ciò che mi era vicino, solo ciò che era di "paese". Ho già fatto un ordine su eBay per missili a lunga gittata che fanno danni non prima dei duecento chilometri. 

In questi anni di guerra condominiale, a causa di armi così poco efficaci, ho fatto molti danni col fuoco amico. Il rischio del fuoco corto è quello di far fuori i tuoi amici e i cazzi tuoi. In una logica di tribù, e questa conversione mi sta aiutando a capirlo, gli amici e i cazzi propri sono l'unica legge che sorregge tutto. Quindi bisogna sparare lontano dove non puoi neanche verificare i danni che hai fatto. Così sei auto-assolto, incolpevole.

Ho imparato la lezione che a forza di combattere gli infimi si diventa infimi.

Da oggi, per questo, farò solo post furiosi contro Borghezio e Calderoli con qualche puntatina, perché fa ridere, su Carlo Sibilia. Criticherò la "buona scuola" di Renzi scrivendogli direttamente sulla sua bacheca bloccata. Farò petizioni online contro il giornalismo asservito di Eugenio Scalfari e le oscenità "della nera" di StudioAperto e Bruno Vespa. Mi farò prendere per pazzo per la xenofobia borghese e igienista che si verifica ai danni degli immigrati davanti ai supermercati di Cuneo. Denuncerò il giornalista di Albano Laziale che pubblica le foto delle prostitute di "colore" sulla statale. Irriderò i post e i commenti del gruppo di facebook "Sei di Poggio Bustone se..." Parierò sul post di Angelo Carcavale, un avvocate ignorante di Caltanissetta, che sciorina leggi e sottigliezze giurisprudenziali per dimostrare l'incostituzionalità degli omosessuali.
Chiaramente la distanza non deve per forza essere in termini di chilometri ma anche in termini di "esistenza", per questo farò anche qualche post su Del Basso De Caro, Mastella e Fausto Pepe. Condividerò tutto questo con i miei amici e ci faremo grosse risate. 

In questa mia conversione, però, voglio essere il sacerdote della mia anima. Quindi, mi auto-assolvo.

Mi assolvo da tutti i miei peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen

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