Symbolisme autoritaire











Per secoli abbiamo pensato che i simboli fossero disincarnati; abbiamo pensato che appartenessero all’ordine della rappresentazione sintetica. Invece, avremmo dovuto incarnarli, anzi, avremmo dovuto fare del nostro corpo un simbolo abbacinante. Ormai è tardi, il tempo è terminato ed ha esautorato la possibilità di realizzare questo intento.
Cosa ci resta?
Quasi niente se non l’impossibile. Quello di liquefare il proprio corpo alla mercé di tutti i simboli. Desiderare di venir sciolto dal corpo per essere con Cristo, col Demonio, col comunismo, col nazismo, con la Democrazia Cristiana ecc…
È un gesto coreutico che anima il corpo e lo gestisce proiettandolo su uno sfondo neutro. Non è chiaro capire quanta ideologia, di cui si nutre il simbolo inscenato, riesca a corrompere la carne. Forse, in questo gioco massacrato nell’indistinto, succede il contrario. Tutti i simboli, avendo solo la forza della forma, perdono tutto il loro valore e significato diventando un gesto rapinato al contesto originario. Forse, questo è l’unico modo che abbiamo per fare definitivamente i conti con la Storia e le storie umane di cui i simboli si fanno fieri portatori.
La gnosi di questa magia è qualcosa di diverso dalla cerimonia fondata su immagini esteriori. È un conoscere il significato e la necessità delle pratiche liturgiche comandate dai simboli. Chi è compiutamente iniziato, addottrinato alla simbologia del corpo, possiede, oltre al culto, anche le chiavi.

Dare moto al corpo è giocare col suo simbolismo.

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